lunedì 24 maggio 2010

Dall'archivio... le città venete e la Sardegna

Inizio con il linkare due post scritti in passato, piccoli assaggi... il primo inerente al viaggio estivo in Sardegna, molto sul generis per ora... più avanti approfondirò con dettagli precisi e mappe:

http://boscodeipensieri.blogspot.com/2008/09/quattordici-giorni-di-sardegna.html


Il secondo un breve pensiero sulla visita delle 4 città venete in ognuna delle diverse stagioni:

http://boscodeipensieri.blogspot.com/2008/09/le-stagioni-venete.html

Il nuovo Blog

Eccomi di nuovo qui!
Il blog vissuto come "bosco dei pensieri" ha avuto vita abbastanza breve, tempo di affermare qualche concetto personale che una serie di fattori mi hanno privato del piacere di scrivere di ogni cosa che mi passasse per la mente.
Un pò la mancanza di tempo, un pò la testa concentrata altrove, un bel pò il fatto che i pensieri che avrei voluto buttare giù arrivavano sempre più frequenti e amari. Quando una persona non si sente a casa, non si riconosce nella cultura del luogo in cui vive. Quando la propria maturità fa scoprire in lui quante cose sbagliate e non accettabili accadono attorno... quando questa persona non vuole di certo accontentarsi e subire tutto questo, inevitabilmente i pensieri che escono sono spesso dettati da rabbia, impotenza e amarezza.
L'unico rimedio per sopravvivere è crearsi una coscienza propria, alla quale aggrapparsi in ogni momento, cercando di arricchirla sempre più con la propria esperienza, tenendosi sempre altamente recettivi, sensibili e aperti. E condividerla.
L'altro rimedio è aggrapparsi a tutto ciò che ci procura serenità.
Un bacio d'amore, una bella cena tra amici, un concerto, la visione di un bel film, l'ascolto di un vinile, le soddisfazioni del proprio lavoro, il saper regalare un sorriso agli altri, un prato fiorito, una passeggiata sotto le stelle, una suonata con la band, il pensare al proprio futuro con speranza.
Un bel viaggio.
Con l'andare del tempo si diventa più consapevoli, si sbatte di fronte a un sacco di difficoltà... ma anche a tante soddisfazioni. Viviamo solo grazie a queste ultime.
Voglio che il mio blog dimostri il lato sereno di me... e se c'è una cosa che mi fa sognare più di ogni altra, questa è il viaggiare.

Il mio essere viaggiatore non corrisponde al turista da villaggio turistico tutto compreso-finto e preparato... nè al turista da pullmann e viaggio organizzato... tantomento al turista da crociera o da hotel-di-lusso-o-niente.
Io come viaggiatore libero, senza paletti imposti da altri, ansioso di percepire culture, lingue, gusti nuovi. Viaggiatore un pò per caso, si, ma consapevole. Esploratore di luoghi a me sconosciuti ma anche conosciuti. Viaggiatore che trova una vita intera tra la gente comune, tra gli sporchi carruggi di Genova, piuttosto che nella spiaggia dorata di Miami, senza per questo non considerarla anch'essa un'esperienza. Sono comunque le 'backstreets' quelle che amo. Viaggiatore desideroso di conoscere il mondo... ogni gente, paese, strada in cui posso passare. Viaggiatore che s'arricchisce con le storie altrui, incontrando e ascoltando. Viaggiatore in movimento, di strada appunto... on the road... sempre.
Il punto cruciale di tutto questo rimane comunque la condivisione. Il poter condividere queste esperienze con la persona che ami è qualcosa di inquantificabile e inappagabile. Penso che tutto ha significato se poi la nostra crescita la possiamo dividere con qualcuno, altrimenti il tutto si riduce sempre a se stessi... e questo tutto alla fine muore con noi. E questo qualcuno può essere chiunque.

Per cui proverò a raccontarvi qualche mia esperienza di viaggio, passata e presente, cercando di cogliere aspetti interessanti... aggiungendo consigli personali inerenti agli alloggi, al mangiare e ad ogni cosa che secondo me può aiutare a farvi provare lo stesso senso di benessere e libertà di cui puntualmente godo ogni volta che intraprendo un viaggio. Che sia una gitarella di mezza giornata o un mese negli states... la mia convinzione è che si può scoprire il mondo anche facendo un giro in bici nei colli vicino casa. Anche solo andando a mangiare in una buona trattoria.
Magari riesco a stimolare altri viaggiatori... come tanti altri forum e blog hanno fatto con me... e aiutare nell'organizzazione di un viaggio, momento anch'esso meraviglioso e sognante dell'essere viaggiatore.
See you on the road!

Marco

giovedì 20 maggio 2010

Blog risorto e itinerante...

A breve, dopo oltre un anno di stand by, questo blog riprenderà un po' di vita... per quanto possibile... trasformandosi in un contenitore di esperienze, sensazioni, racconti, storie inerenti a una delle mie piu' grandi passioni: il viaggio.

A presto!

sabato 28 febbraio 2009

Vinicio Capossela... come vivere un film di Tim Burton

Riprendo a scrivere sul Blog dopo un paio di mesi di forzata inattività, cercando di mettere in caratteri quell'esperienza meravigliosa che è stato il concerto di Vinicio al teatro Astra di Schio, sabato scorso.
Il teatro è gremito. Io mi trovo in galleria, centralissimo, giusto davanti alla fessura da cui s'apre il sipario rosso. In platea irrompe un uomo sui trampoli e col megafono introduce lo spettacolo, lanciando in aria coriandoli colorati. Le luci si spengono. S'apre il sipario... e zac!... siamo di colpo teletrasportati in un mondo fantastico. Onirico. Lungo due ore e tre quarti. In alto l'insegna luminosa stile luna park lampeggia "Solo show". Capossela come il cappellaio matto inizia a suonare il Mighty Wolutzer, l'organo a 200 canne 'Con il quale è impossibile stonare'.

Lo show è diviso in due parti, la prima dedicata interamente all'album "Da Solo", estremamente studiato ed emozionante, crea momenti di intensità incredibile. Lui in centro seduto al grand piano, con una lampadina dondolante sopra alla testa, o accovacciato a un organetto giocattolo, o rannicchiato in un mantello illuminato da un fascio di luce verde tale da dare l'impressione di vedere l'ombra di un vampiro.
Cito un articolo del giornale di Vicenza...

...Comincia in perfetta sintonia con lo spirito dello show cantando Il gigante e il mago, un invito a lasciare il mondo reale per entrare nel buio fantastico del teatro di varietà e lasciarsi trasportare dalle meraviglie promesse dall'imbonitore. Con gli altri brani dell'album Capossela ha modo di mettere in mostra lo spirito eclettico della band che lo accompagna e la varietà dei suoni prodotti dai mille strumenti presenti sul palco. Oltre alle classiche tastiere, corde, ottoni e percussioni, ci sono il il Theremin, l'onda elettronica che con il suo sibilo sinistro evoca il dubbio e il mistero, il Cristallarmonio, set di bicchieri ('Tutti pieni d'acqua' ha sotolineato, scandalizzato, Capossela) che suonano al tocco delle dita. Anche il pubblico ci mette del suo quando Vinicio lo invita a schioccare le dita per riprodurre il suono della pioggia che batte sul selciato e creare in teatro un momento di rarefatto stupore...

Poi l'intervallo in cui v'è un bellissimo spettacolo di magia, sulle note dei film muti anni 30, prima della seconda parte in cui in un crescendo di teatralità e pazzia, si raggiungono le vette del coinvolgimento e del "casino".

...Nel secondo tempo il palco diventa la pista del circo Barnum, affollato e rumoroso, pieno di ogni ben di Dio. Ci sono i musicisti e il cantante, ma attorno a loro vortica una miriade di personaggi stravaganti presi di peso dal mondo del varietà burlesque e portati sul palco per far da contorno alle atmosfere bizzarre, ironiche e spesso sopra le righe del capo comico: il forzuto con la maglietta a righe, l'illusionista, l'acrobata, il giocoliere, il lanciatore di coltelli, la mangiatrice di fuoco. Poi il bambino ciclope, l'uomo lupo, il maiale con due teste, che mangia il doppio ma pesa come gli altri. Una gabbia per le bestie feroci appare al centro della scena e imprigiona a turno i vari personaggi creati dalla fantasia di Capossela. Il recinto, che presto si illumina di lucine colorate e diventa una gabbia dorata, ha la doppia funzione di proteggere il pubblico e di creare simbolicamente un ambiente raccolto, nel quale l'artista può dare sfogo alla sua espressività. E lui ne approfitta, lanciandosi nelle sue canzoni più conosciute Bardamù, Ginnastica Russa, Maraja, Medusa Cha Cha, Canzone a manovella, Che coss'è l'amor, Al colosseo, Brucia Troia, L'uomo vivo... mentre continuano ad imperversare i numeri di varietà, gli equilibrismi, le magie. Il tono aumenta di intensità, i generi musicali si sovrappongono passando dal jazz alla ballata popolare, dal country elettrico (bellissima la versione di Che coss'è l'amor cantata alla maniera di Bob Dylan) all'heavy metal con chitarre scatenate...

Durante L'uomo vivo siamo tutti in piedi, entusiasti di cantare quel PAZZZZZI DI GIOIAAAA! Per non parlare della sirena sempre più forte sul finale di Bardamù... e dell'impressionante voce distorta dalla maschera del minotauro in Brucia Troia, mentre lui coperto dai campanacci del mammuttone si scatena dentro la gabbia... e dei flash di luce accecanti quando Medusa ti pietrifica con lo sguardo.. e "l'uomo pignata" appeso a testa in giù sul palco... e il coniglio bianco che ogni tanto passa tra i musicisti... e tantissime altre immagini che per forza di cose ti sfuggono in questo circo pazzesco.

...Le luci tagliano il palco e la platea mentre il Minotauro durante Brucia Troia, copiando da King Kong, tenta di forzare le sbarre per lanciarsi sugli spettatori. Il sipario si chiude sull'urlo disperato del mostro ma gli applausi riportano Capossela alla ribalta per un lungo bis che manda ancor più in visibilio il pubblico...

Vinicio scende dal palco, prende due tra il pubblico, li imprigiona nella gabbia e offre loro del vino. Chiede al ragazzo che canzone volesse sentire. Le note di Ovunque Proteggi inondano il teatro in un silenzio assoluto. Poi Corvo Torvo e All'una e 35 circa, in una versione stile Springsteen e Seeger Session, lui al piano attorniato dagli strumenti acustici che improvvisano e si presentano con divertenti assoli.
Si chiude con la coda de Il gigante il mago, mentre nell'ombra della tuba e nella profondità della voce di Capossela (assolutamente meravigliosa durante tutto lo spettacolo) il sipario di chiude.



Davvero, non perdetevelo se vi passa vicino.
E poi Vinicio è un gran bel personaggio... ironico ('C'è stato un raggio di sole in questo momento buio, venuto dagli Stati Uniti... peccato sia stato scambiato per abbronzatura'), trasformista, geniale, entusiasta. Dolcissimo nel suo rapporto col pubblico e nello spiegare la sua musica. Rispettoso verso la città che lo ospita ('Bone le fritoe!', oppure 'Medusa pare sia nelle vicinanze... dicono di averla vista alla Corte degli Aranci').
Uno dei maggiori poeti degli ultimi dieci anni e indubbiamente un genio eclettico.
Lo spettacolo è qualcosa di difficilimente spiegabile a parole... è musica e teatro... è varietà Burlesque e film in bianco e nero... è Stanlio e Olio e Charlie Chaplin... è Tim Burton con le atmosfere di Big Fish... è magia e stupore... si esce dal teatro con un sacco di immagini, sogni e sensazioni paragonabili a quelle di un bambino meravigliato.
Sicuramente uno dei più begli spettacoli (è qualcosa di più di un semplice concerto) che abbia assistito negli ultimi anni.

domenica 21 dicembre 2008

Santa Claus is comin' to town



Paris dicembre 2007...



BUON NATALE A TUTTI!!!!

venerdì 28 novembre 2008

The Wrestler

Sono quelle canzoni che mettono pace nell'anima... come sempre quando si assiste a una meraviglia. L'intensità struggente che Springsteen sa tirare fuori da un pezzo è una delle meraviglie della musica.
Sempre energia è quella che esce dalle sue note, sia che venga da un pezzo solo chitarra e piano, sia quando c'è la batteria a scandirne l'animo rock. Energia immensa. Grazie Bruce.




Have you ever seen a one trick pony in the field so happy and free?
If you've ever seen a one trick pony then you've seen me
Have you ever seen a one-legged dog making its way down the street?
If you've ever seen a one-legged dog then you've seen me

Then you've seen me, I come and stand at every door
Then you've seen me, I always leave with less than I had before
Then you've seen me, bet I can make you smile when the blood, it hits the floor
Tell me, fan, can you ask for anything more?
Tell me can you ask for anything more?

Have you ever seen a scarecrow filled with nothing but dust and wheat?
If you've ever seen that scarecrow then you've seen me
Have you ever seen a one-armed man punching at nothing but the breeze?
If you've ever seen a one-armed man then you've seen me

Then you've seen me, I come and stand at every door
Then you've seen me, I always leave with less than I had before
Then you've seen me, bet I can make you smile when the blood, it hits the floor
Tell me, friend, can you ask for anything more?
Tell me can you ask for anything more?

These things that have comforted me, I drive away
This place that is my home I cannot pay
My only faith's in the broken bones and bruises I display

Have you ever seen a one-legged man trying to dance his way free?
If you've ever seen a one-legged man then you've seen me

giovedì 6 novembre 2008


Se c’è ancora qualcuno là fuori che dubita che l’America sia un posto dove tutte le cose sono possibili; che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è vivo ai nostri giorni;
che ancora si pone domande sul potere della nostra democrazia...
stasera è la risposta.
È la risposta data dalle file di persone che circondano le scuole e le chiese, in un numero che questa nazione non ha mai visto; da persone che hanno aspettato tre ore e quattro ore, molti per la prima volta nella loro vita, perché credevano che questa volta poteva essere differente, che la loro voce avrebbe potuto fare così tanto la differenza.
È la riposta data dai giovani e dai vecchi, ricchi e poveri, democratici e repubblicani, neri, bianchi, latini, asiatici, nativi americani, omosessuali, eterosessuali, disabili e non disabili... americani che hanno inviato un messaggio al mondo, che noi non siamo solo una raccolta di stati rossi e blu... noi siamo, e saremo sempre, gli Stati Uniti d’America.


Brividi e commozione. Signori, questa è la Democrazia.
Ciò che è successo il 4 Novembre 2008 è una conquista dell'umanità. Un popolo intero che sceglie di cambiare radicalmente, mosso da una passione e una forza incredibili. Gioisce. Ora sul trono più influente del mondo c'è un uomo su cui aleggia lo spirito di Martin Luther King.
McCain lo applaude, zittisce i fischi. Condoleeza Rice dimostra sincera felicità nonostante la sconfitta del suo partito. James Jackson piange.
Sono tutti americani. Obama è il presidente di tutti, reds and blue. Per la prima volta nella storia moderna il presidente degli USA viene dall'emarginazione e dal duro lavoro. E' arrivato li da solo. Pure Kennedy ebbe la strada spianata dai milioni di dollari del padre.
Ci sta un pò di luce in più su questo mondo.
E non è un caso che in questo momento buio, brilli dagli Stati Uniti d'America.

Chissà... forse... un giorno... anche da noi...
...la nostra vetusta cultura politica, radicata al dopoguerra, le assurde divisioni ideologiche non ce lo permettono. Coloro che ci governano sono tutti, nessuno escluso, figli di questa cultura, sono l'espressione massima di tale obsolescenza. E noi che li votiamo non siamo da meno.
Siamo indietro anni luci signori miei... yes, they can... noi no.

Ma sono estremamente felice per il trionfo di Barack Hussein Obama.